PARTNERSHIP AL PROGETTO

Insieme ad una squadra di Testimonial capitanati da Giorgio Chiellini, vengono promosse le Scuole Calcio Insuperabili, volte a ragazzi con disabilità cognitiva, relazionale, affettivo emotiva, comportamentale, fisica, motoria e sensoriale. Insuperabili Onlus utilizza il calcio come strumento di socializzazione e integrazione che con il divertimento e l’allenamento può portare miglioramenti al livello di salute psico-fisica, alla soddisfazione personale e alla qualità della vita del singolo atleta.

<Il 6 Ottobre 2012, 4 ragazzi con disabilità svolgono a Torino il primo allenamento della Scuola Calcio Total Sport. Al termine della stagione i 4 ragazzi sono diventati 25 calciatori che con il loro esempio, forza e determinazione ispirano il nome della Società che ad oggi tutti conosciamo: INSUPERABILI.

Nei 3 anni successivi vengono inaugurate le Sedi di Genova, Siracusa e Roma. Inizia a prendere forma uno dei principali obiettivi di Insuperabili Onlus, creare un network di Scuole Calcio per ragazzi con disabilità altamente qualificate, che possano con il tempo creare un vero e proprio movimento culturale.

In 8 anni sono 17 le Sedi inaugurate, e 650 i calciatori che vestono i colori bianco e blu.>

 
 I protagonisti di “insuperabili Onlus e Reset Accademy” si raccontano: 

Oggi vorrei presentavi Maria Iole Volpi, responsabile della sede Insuperabili di Roma.

Da dove viene l’idea di questo progetto “Insuperabili”?

Con Insuperabili vogliamo proprio dare l’idea di superarci e di renderci sempre più insuperabili. E’ un progetto che parte da Torino nel 2011 e poi si estende su tutto il territorio nazionale, coinvolgendo tantissime società, ma soprattutto tantissimi aiuti da parte di atleti importanti del nostro settore. L’idea di partenza è stata quella di creare una scuola calcio per ragazzi con disabilità fisiche e motorie.

Come avete fatto durante il periodo di pandemia?

Dove possibile abbiamo sempre cercato di ricominciare tutto in presenza, rispettando comunque sempre le norme e il giusto distanziamento. Alternavamo quindi momenti in piccoli gruppi o in maniera individuale, suddividendo le nostre ore di attività per garantire la continuità e la sicurezza dei nostri ragazzi. Dove invece non era possibile seguire in presenza, abbiamo predisposto delle attività online.

Come è nata la realtà di Insuperabili e oggi su quali numeri può contare a livello sia di atleti che di istruttori?

A livelli di atleti, i numeri sono in leggero aumento, nonostante le grandi difficoltà incontrate negli ultimi anni. Io mi occupo del Reset Academy all’interno della città di Roma, parliamo perciò di un centinaio di atleti tra bambini, ragazzi e adulti e una ventina di istruttori, ma anche aiutanti, psicologici ed educatori.

Quante società ci sono in tutta Italia? Ognuna è individuale o comunque hanno dei legami tra di loro?

Noi siamo un programma nazionale, non solo di Roma. Ogni anno solitamente organizziamo la “Insuperabili Cup” con tutte le 17 Academy di Italia. La squadre un po' si incontrano e si sfidano a qualche partita. Diventa un momento di unione molto importante e forte. C’è anche una premiazione finale in cui sono stati coinvolti i nostri testimonial che fanno parte del mondo del calcio e dello sport professionale. Ogni tanto addirittura ci mandano dei video con delle sfide da far fare ai nostri ragazzi.

Oltre al calcio vi occupate di qualche altro aspetto?

Si certo, l’obiettivo principale di Insuperabili è soprattutto quello di far crescere i ragazzi dal punto di vista sportivo, ma oltre a questo abbiamo anche laboratori, supporto compiti e percorsi di avvicinamento al lavoro.

Cosa insegna veramente Insuperabili a questi ragazzi?

Lo sport serve a loro per migliorare le proprie capacità cognitive, relazioni e sportive. Insieme alla squadra maturano la spinta per crescere e affrontare le diverse difficoltà della vita, non solo a livello calcistico, ma anche a livello motorio e relazionale, aspetto fortemente messo in crisi da questi anni di pandemia. Grazie allo sport hanno infatti potuto continuare a vedersi nonostante le limitazioni e questo per loro è stato un aspetto di grandissima importanza. 


Oggi vorrei presentarvi Lorenzo P. trequartista della squadra agonistica di calcio.

Quando sei entrato a far parte della squadra “Insuperabili”? Come hai scoperto questo mondo?

Sono entrato a far parte di questo team nel 2015. Ho scoperto Insuperabili tramite social, non avevo mai fatto parte di nessuna organizzazione prima d’ora e ho pensato che questa potesse essere un’ottima opportunità di cambiamento.

Come è stato il tuo primo allenamento?

Dal punto di vista mentale e psicologico è stato molto bello, soprattutto il non sentirsi solo e diverso dagli altri. Dal punto di vista fisico, invece, è stato molto difficile, cadevo sempre, non riuscivo a coordinare i miei movimenti. Per fortuna, ora dopo tanti anni, le cose sono andate sempre meglio.

Che tipo di ruolo hai nella squadra?

Noi giochiamo a calcio a 5 e calcio a 7. Io prevalentemente gioco in attacco, il termine esatto è trequartista, seconda punta.

Ti ha cambiato far parte di Insuperabili?

Assolutamente si. Mi ha totalmente cambiato la vita, sia dal punto di vista fisico che mentale. Mi ha cambiato non solo all’interno del campo da calcio, ma anche al di fuori, nella vita di tutti i giorni. Mi sento molto più sicuro di me stesso e sono pronto ad affrontare tutte le difficoltà che incontrerò nel mio cammino, non solo sportivo, ma anche universitario e relazionale.

Che rapporto hai con i tuoi compagni?

Molto bello. Sono riuscito fin da subito a creare un grandissimo legame non solo con i miei compagni ma soprattutto con gli allenatori. Diciamo che questo aspetto mi riesce particolarmente bene.

Cosa rappresenta per te Insuperabili? Perché altri ragazzi dovrebbero iniziare a farne parte?

Perché è un progetto molto importante e apre tantissime porte al futuro. Soprattutto fa star bene. Ancora c’è molto da fare e secondo me questa associazione ha tantissime potenzialità per diventare qualcosa di ancora più importante.

Vuoi raccontarci qualcosa della tua storia?

Certo. Mi è stata diagnosticata una Distrofia Muscolare quando avevo 4 anni. Durante tutti i primi anni della mia vita sono cresciuto con la consapevolezza che non avrei mai potuto praticare nessuno sport, erano stati infatti proprio i medici a dirmi questo e ormai diciamo che me ne ero fatto una ragione. Poi ho scoperto Reset Academy e il progetto Insuperabili e mi si è aperto il mondo. Ho capito che dovevo provarci, dovevo rimboccarmi le maniche e far capire a quei medici che avevano torto, che se si vuole si può fare qualsiasi cosa; e così infatti è stato.  

 

Intervista realizzata dalla Rai nel 2016 molto interessante!!

https://www.youtube.com/watch?v=lTrQ32ugr68&feature=youtu.be
 


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